Il turista che, con la consueta curiosità indagatrice, si infila tra le viuzze e le stradine della cittadina, sicuramente si imbatterà, specie durante la stagione estiva, nelle donne offidane; donne di ogni età, sedute presso l’uscio di casa, tutte prese dal lavoro del merletto a tombolo.
È uno spettacolo osservarle nel fare uso, con velocità sorprendente, di fuselli, meglio noti come "cann’itt", di fili bianchi (refe bianco o grezzo) e di spilli. Il tombolo rigonfio di segatura, noto come "lu capzzal", e i fili di refe sono indispensabili per comporre figurazioni di ogni tipo: il cantù offidano, il punto Venezia, il punto Rinascimento, ecc.... riproducenti soprattutto immagini di animali, fiori.
L’arte del merletto a tombolo costituisce una tradizione tipicamente femminile che si fa risalire al 1400 allorché iniziò a diffondersi presso i ceti popolari per poi passare (sec. XVII) alle comunità religiose ed alle famiglie aristocratiche. in particolare fu ad opera delle suore benedettine, giunte ad 0ffida nel 1655, che la pratica del merletto acquistò il carattere di massa.